Uniformi militari - Il Codice Cenni: Tavola 16

Uniformi militari – Il Codice Cenni: Tavola 16

Il Codice Cenni è la principale opera dell’acquerellista romagnolo Quinto Cenni (Imola 20/3/1845 – Milano 13/8/1917), divenuto famoso nel mondo per i suoi figurini militari.
Il Codice è un’imponente raccolta di dipinti di uniformi, italiane e di stati esteri, in maggioranza d’epoca ottocentesca.
E’ composto di 27 album, di 5 cartelle, di 19 raccoglitori di corrispondenza e di 2 raccoglitori di miscellanee.
Gli album, di cui 3 dipinti dal figlio Italo, contengono disegni, chine ed acquerelli, frammenti di giornali e di regolamenti, stampe di uniformi, equipaggiamenti, onorificenze, armi e carte, d’ogni epoca e stato, dall’antichità ai primi del Novecento.
I più importanti sono quelli degli stati pre-unitari italiani e del Regno d’Italia.
Le cartelle sono composte da ritagli di giornali, stralci di riviste, bozzetti e disegni di grande interesse documentale nel campo dell’uniformologia.
I raccoglitori della corrispondenza contengono anche fogli con figurini, disegni o taccuini di appunti ricchi di figure, articoli di giornali, copie di regolamenti sulle uniformi.
L’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano ha acquisito gran parte del Codice da Italo Cenni tra il 1949 ed il 1950 e, in seguito, un lascito della nipote Minni Tomasini nel 1987.

Uniformi militari - Il Codice Cenni: Tavola 16
Uniformi varie negli anni 1871-1872
In alto, da sinistra, Guardia Municipale di Parma, Ferrara, Castelfranco, Aquila, Molfetta, Venezia, Oleggio, Lugo.
Al centro, da sinistra, Guardia Municipale di Ancona, Imola (1860/61 – 1866 – 1871), Voghera, Vigevano, La Spezia (grande e piccola tenuta).
In basso, da sinistra, Guardia Municipale di Carrara, Faenza, Siena, Cento, Pistoia, Saluzzo, Milano.
Tavola del Codice Cenni
proprietà dell’Ufficio Storico dell’Esercito