La tutela del mare protagonista al Festival del Cinema di Venezia

La tutela del mare protagonista al Festival del Cinema di Venezia

Al Festival del Cinema di Venezia, dal 28 agosto al 7 settembre 2019, sarà protagonista anche la tutela del mare grazie alla presenza di Marevivo Onlus.
Durante la manifestazione sarà dedicato spazio alle campagne dell’associazione che da oltre trenta anni è impegnata nella difesa dell’ecosistema marino.

Sul grande schermo di fronte al red carpet saranno proiettate le immagini del video #StopSingleUsePlastic “Non c’è più spazio per fregarsene” per sensibilizzare contro l’uso delle plastiche monouso. Lo spot, diretto da Virginia Taroni e interpretato da Maria Mantero e Guido Taroni, è stato prodotto da Andy Bianchedi e dall’Agenzia di comunicazione Parini Associati per Marevivo.
Ogni anno produciamo 300 milioni di tonnellate di plastica ed entro il 2030 si prevede che potremmo raggiungere 619 milioni di tonnellate.
Negli oceani ne finiscono 13 milioni di tonnellate all’anno: è come se trovassimo 16 buste colme di spazzatura per ogni metro delle nostre coste.
Purtroppo a oggi, solo il 9% dei 9 miliardi di tonnellate di plastica prodotte nel mondo a partire dal 1950, è stato riciclato.
Il resto è finito in discarica, incenerito e nell’ambiente.

Al Lido di Venezia sarà trasmessa anche la campagna #StopMicrofibre “Per il mare ogni lavaggio è una tortura” sul problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice. La campagna è stata realizzata dall’agenzia AlphaOmega pro bono per Marevivo.
Il 40% delle microfibre non viene bloccato dagli impianti di trattamento e finisce nell’ambiente naturale.
Diversi studi dimostrano come ogni lavaggio liberi milioni di fibre microplastiche, particelle inferiori ai 5 millimetri di lunghezza, che vengono ingerite dagli organismi marini, entrando così nella catena alimentare.
È indispensabile investire nella ricerca e nell’innovazione.

Per questo Marevivo chiede l’approvazione di una legge per un’etichettatura che evidenzi i capi d’abbigliamento che contengono oltre il 50% di fibre sintetiche, e propone alle aziende di progettare sistemi di filtraggio più efficaci per lavatrici e di produrre tessuti che rilascino meno microfibre.
É importante anche contrastare il problema della “fast fashion” preferendo prodotti di migliore qualità rispetto alla quantità, e porre attenzione anche ai materiali utilizzati durante la produzione (es: tessuto, filo, etichetta).

Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura