E' la "Salute. Sulla nostra pelle" il tema dell'incontro "Le conseguenze del futuro"

E' la "Salute. Sulla nostra pelle" il tema dell'incontro "Le conseguenze del futuro"

Dopo aver puntato i riflettori su conoscenza, formazione e comunità, il percorso d’indagine “Le conseguenze del futuro“, proposto dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, prosegue martedì 23 aprile, alle 18:30 presso la sala Polifunzionale della Fondazione (viale Pasubio 5 – Milano), con il focus “Salute. Sulla nostra pelle”, insieme a Iain Mattaj, il biologo scozzese primo direttore della Fondazione Human Technopole di Milano – il neonato istituto che aspira a diventare uno dei più grandi poli di ricerca multidisciplinare sulle scienze della vita – e a Laura Boella, professore ordinario di Filosofia morale all’Università Statale di Milano. A moderare gli interventi, il conduttore e autore radiofonico e teatrale Matteo Caccia.

A Ian Mattaj spetterà il compito di inquadrare il tema della salute dal punto di vista degli ultimi progressi del settore biomedicale e dei relativi impatti sociali sui individui e società, spiegando come scienza e salute siano sempre più intrecciate a livello globale. La ricerca scientifica d’eccellenza deve sempre più farsi carico del miglioramento della qualità della vita, ponendosi come fattore di coesione per la creazione di società inclusive. Il binomio tecnologia-salute va, infatti, contestualizzato sia nella sfera della collettività che in quella più intimamente personale e la testimonianza di uno dei più importanti esponenti della ricerca biomedica al mondo racchiude la chiave di lettura per unire ricerca d’avanguardia e nuovi modelli di sviluppo, capaci di comprendere pienamente la sfera della salute personale e quella della comunità.

Per approfondire il nesso tra società e progresso, intendendo quest’ultimo sia in senso tecnologico che economico e sociale, la parola passerà a Laura Boella: l’attenzione si concentrerà sulla dimensione intersoggettiva delle relazioni umane, composta di sentimenti di simpatia, empatia e compassione, in contrapposizione alla progressiva tecnologizzazione di quasi tutti gli ambiti relazionali dell’uomo, con conseguenze evidenti in termini di percezione della vicinanza e lontananza tra i soggetti. Come preservare una dimensione di umanità a fronte della digitalizzazione pervasiva che stiamo vivendo e come aver cura di sé e degli altri a prescindere da quella medicalizzazione spinta cui la società contemporanea sembra essere portata?

A concludere la serata dopo i primi due interventi sarà, come di consueto, la testimonianza di una “buona pratica”, affidata in questo caso a Jacopo Fo e Iacopo Patierno, che metteranno a fuoco il rapporto fra “teatro” e “salute” nei contesti di povertà, raccontando l’esperienza – pluripremiata – nel distretto di Palma, nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, in Mozambico, dove gli spettacoli de “Il Teatro fa bene” hanno permesso a circa 25mila persone di avvicinarsi alle buone pratiche igienico-sanitarie e alimentari, in particolare riguardo la maternità e la cura dei neonati. Le performance sono state realizzate da un gruppo di attori mozambicani formati in Italia che hanno impiegato il linguaggio teatrale per obiettivi di alfabetizzazione sanitaria.

Le conseguenze del futuro proseguirà sui temi: “Cibo. La giusta risorsa“, con Raj Patel, economista, saggista e attivista affiliato alla University of Texas, e il Vice Presidente Commissione Agricoltura Parlamento Europeo Paolo De Castro (7 maggio); “Spazio. Le piazze del mondo“, con Ash Amin, urbanista e geografo presso l’Università di Cambridge, in dialogo con Abderrahman Labsir, responsabile delle politiche giovanili e di inclusione sociale e membro del consiglio municipale della città di Mechelen, in Belgio, esempio di integrazione sociale e culturale fondata su processi partecipati di rigenerazione urbana (22 maggio).

Ufficio Stampa: Ex Libris Comunicazione
Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura

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