Aforismi e citazioni: Jean-Paul Sartre

Aforismi e citazioni: Jean-Paul Sartre

Jean-Paul Sartre (Parigi, 21 giugno 1905 – Parigi, 15 aprile 1980) è stato un filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese, considerato uno dei più importanti rappresentanti dell’esistenzialismo, che in lui prende la forma di un umanesimo ateo in cui ogni individuo è radicalmente libero e responsabile delle sue scelte, ma in una prospettiva soggettivista e relativista. In seguito Sartre diverrà un sostenitore dell’ideologia marxista, della filosofia della prassi e, pur con dei profondi “distinguo”, anche del conseguente materialismo storico.

A che serve arrotare un coltello tutti i giorni se non lo si usa mai per tagliare?
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All’inizio, l’uomo esiste, si alza e compare sulla scena, solo in seguito definisce se stesso.
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Anche nel democratico più liberale si può nascondere una sfumatura di antisemitismo: egli è ostile all’ebreo nella misura in cui questi osa pensarsi, appunto, ebreo.
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[L’opera di Albert Camus] Ci offre la promessa di una letteratura classica, senza illusioni, ma piena di fiducia nella grandezza dell’umanità; dura, ma senza inutile violenza appassionata ma riservata… una letteratura che si sforza di descrivere la condizione metafisica dell’uomo pur partecipando pienamente ai movimenti della società.
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Cristo si è fermato a Eboli, L’Orologio, sono i momenti di un’autobiografia che non può svolgersi altrimenti che ricostruendo la storia della società italiana, dal fascismo ai primi anni del dopoguerra. Carlo Levi — qui è il centro della sua arte — non dipinge un quadro d’insieme di codesta società per poi, subito dopo, inserirvisi; non procede verso l’universale astratto. Nella sua opera il moto di universalizzazione è tutt’uno con l’approfondimento del concreto. Dai suoi inizi ci ha posto, sempre, contemporaneamente su due piani: quello della Storia e quello delle sue storie, specchiantisi l’uno nell’altro. Mi sia consentito affermare, in questa occasione, il mio totale consenso a un’arte dello scrivere cosí concepita. Io credo che, attualmente, non possiamo tentare nient’altro che collocare i nostri lettori in questa doppia prospettiva: di una vita che si singola-rizza, avida di gustare il sapore di tutte le altre vite, e di una universalità strutturata del vissuto che si totalizza soltanto nelle vite particolari. [… ] Quella curiosità di cui poco fa ho parlato, e che ha fatto di lui lo scrittore di cui non possiamo mai dimenticarci, è nata dalla passione di vivere, che lo induce a cogliere come un valore, in se stesso e negli altri, ogni esperienza vissuta. In Levi tutto si accorda, tutto si tiene. Medico dapprima, poi scrittore e artista per una sola identica ragione: l’immenso rispetto per la vita. E questo stesso rispetto è all’origine del suo impegno politico, cosí come alla sorgente della sua arte.
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Il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio.
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Il più vile degli assassini è quello che ha dei rimorsi.
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Innanzitutto era insolita l’ora del nostro appuntamento: la mezzanotte [… ] Attraversando la sala, benché fosse pienamente illuminata, ebbi la sensazione di esser salito su un treno prima dell’alba e di trovarmi in uno scompartimento di gente addormentata [… ] Si aprì una porta. Simone de Beauvoir ed io entrammo e quell’impressione scomparve.
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Un ufficiale dell’esercito ribelle, coperto da un basco, mi aspettava: aveva la barba e i capelli lunghi come i soldati che erano all’ingresso, ma il volto limpido e sereno mi parve mattiniero. Era Guevara. [… ] Quei giovani [Guevara e i suoi compagni] tributano un culto discreto all’energia, tanto amata da Stendhal. Non si creda però che ne parlino, che ne ricavino una teoria. Vivono l’energia, la praticano, forse la inventano: si dimostra negli effetti, ma essi non pronunciano una parola al riguardo.
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La loro energia si manifesta. [… ] quasi arrivano a ripetere la frase di Pascal: “È necessario non dormire”. Si direbbe che il sonno li abbia abbandonati, che anch’esso sia emigrato a Miami.
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[Sul 1968] L’importante è che l’azione ci sia stata, quando tutti la ritenevano impensabile..
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L’uomo è da inventare ogni giorno.
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[… ] la carezza non è un semplice sfiorare: ma un foggiare. Carezzando l’altro, io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte dell’insieme di cerimonie che incarnano l’altro. Ma, si può obbiettare, non era forse già incarnato? No. La carne dell’altro non esisteva esplicitamente per me, perché percepivo il corpo dell’altro in situazione; non esisteva per lui perché la trascendeva verso le sue possibilità e verso l’oggetto. La carezza fa nascere l’altro come carne per me e per lui. [… ] Così la carezza non si distingue per nulla dal desiderio: carezzare cogli occhi o desiderare è la stessa cosa; il desiderio si esprime con la carezza come il pensiero col linguaggio. [… ] Nel desiderio e nella carezza che l’esprime, mi incarno per realizzare l’incarnazione dell’altro; e la carezza, realizzando l’incarnazione dell’altro, mi manifesta la mia incarnazione; cioè io mi faccio carne per indurre l’altro a realizzare per-sé e per me la sua carne e le mie carezze fanno nascere per me la mia carne [… ]
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La separazione tra teoria e pratica ebbe come risultato di trasformare questa in un empirismo senza principi e quella in un sapere puro e cristallizato.
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L’Europa che ci presentano i signori Carter, Schmidt, Giscard e Andreotti non ha alcun rapporto con l’internazionalismo proletario, è estranea all’Europa dei lavoratori che per un secolo è stata l’ideale del movimento operaio occidentale. Lo spirito dei suoi promotori, al contrario, la agita all’interno della dinamica attuale delle forze di classe per costruire un’Europa del Capitale, che sarà inevitabilmente dominata dalle multinazionali tedesco-americane.
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L’inferno sono gli altri.
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Lungi dall’essere esaurito, il marxismo è ancora giovanissimo, quasi nell’infanzia: ha appena cominciato a svilupparsi. Esso rimane dunque la filosofia del nostro tempo: è insuperabile perché le circostanze che l’hanno generato non sono ancora superate.
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Niente ci garantisce che la letteratura sia immortale [… ]. Il mondo può benissimo fare a meno della letteratura. Ma ancor meglio può fare a meno dell’uomo.
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[Che Guevara] Non era solo un intellettuale, era l’essere umano più completo del nostro tempo.
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Non facciamo quello che vogliamo e tuttavia siamo responsabili di quel che siamo.
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Paul persisteva nel dirsi comunista. E rifletteva, patiemment, come correggere la deviazione senza cadere nell’idealismo.
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Non voglio essere letto perché Nobel, ma solo se il mio lavoro lo merita.
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Per quanto riguarda gli uomini, non sono interessato a ciò che essi sono, ma a quel che possono diventare.
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Qualche ora o qualche anno di attesa [della morte] è lo stesso, quando si è perduta l’illusione di essere eterno.
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Siamo importanti solo nelle nostre decisioni.
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Tu usi la filosofia come alibi per abdicare all’impegno” Mio caro Merleau, [… ] Tu hai criticato la mia posizione direttamente e indirettamente, sia conversando con me che pubblicamente. Io, da parte mia, mi sono limitato a difendermi. Come se la tua posizione fosse giusta, ed io invece dovessi giustificarmi di non condividerla. Perché l’ho fatto? Perché sono così: detesto mettere sotto accusa, foss’anche per difendermi, le persone che amo.
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Un anticomunista è un cane, su questo sono irremovibile e lo sarò sempre.
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Un Partito Radicale internazionale, che non avesse nulla in comune con i partiti radicali attuali in Francia? E che avesse, ad esempio, una sezione italiana, una sezione francese, ecc.? Conosco Marco Pannella, ho visto i radicali italiani e le loro idee, le loro azioni; mi sono piaciuti. Penso che ancora oggi occorrano dei partiti, solo più tardi la politica sarà senza partiti. Certamente dunque sarei amico di un simile organismo internazionale.

Jean-Paul Sartre. (2022, gennaio 9). Wikiquote, Aforismi e citazioni in libertà. Estratto il 07:44, gennaio 25, 2022 da https://it.wikiquote.org/w/index.php?title=Jean-Paul_Sartre&oldid=1188603.