"Tchaïka" con Tita Iacobelli

“Tchaïka” con Tita Iacobelli

In un camerino si muove smarrita una vecchia attrice sul viale del tramonto.
Una giovane donna le si avvicina e le ricorda la ragione della sua presenza: interpretare il ruolo di Arkadina ne Il gabbiano di Anton Cechov.
Sarà il suo ultimo ruolo.
La sua memoria se ne va, ma anche se non sa più chi è, e neanche il suo ruolo, ha intenzione di garantire la riuscita della rappresentazione.
A questo punto, finzione e realtà si intrecciano.
Lei cerca di seguire la trama della pièce, nella quale si susseguono i dialoghi con suo figlio e i continui abbandoni del suo amante Trigorin, che la rituffano nel passato della giovane attrice che era quando interpretava il ruolo di Nina, il suo preferito.
Ed è così che Tchaïka (“gabbiano”, in russo) lotta, creandosi un nuovo teatro, un nuovo spazio di vita.
Come ne Il gabbiano, Tchaïka erra fra passato e futuro, fra disillusioni e speranze, e prosegue per la sua strada.
Messo in scena in forma di sogno, questo spettacolo per un’attrice e un pupazzo è il primo della compagnia belgo-cilena Belova-Iacobelli.
Nel 2018 in Cile è stato premiato come Miglior Spettacolo, per la Migliore Attrice (Círculo de Críticos de Arte de Chile) e ha ricevuto il Premio del Pubblico come Migliore messa in scena dell’anno (premio Clap).

Tchaïka affronta la violenza della vecchiaia, la perdita della memoria, la solitudine del ritirarsi dalle scene della vita e, d’altro canto, la ricchezza che può offrire la soggettività umana, attraverso la poesia e l’immaginazione di un’attrice. Lo spettacolo vive grazie alla tensione permanente fra la grande opera del teatro classico, il teatro di figura e il movimento coreografico.

Il personaggio interpretato dalla marionetta è un’attrice. È in costante e intenso dialogo con i personaggi di Cechov, rappresentati da vari oggetti, che utilizza per raccontare la storia de Il gabbiano. Questo doppio gioco permette di entrare nel mondo interiore e psichico di Tchaïka, in cui la finzione acquisisce un realismo impeccabile. Tchaïka deve realizzare la sua ultima performance con questi oggetti. Li manipola e dà loro voce mentre interagisce con loro. Questo rappresenta sia la storia di Cechov sia i personaggi che hanno attraversato la sua vita. L’inclusione dell’attrice che manipola la marionetta è una delle peculiarità della scrittura drammaturgica. Tale personaggio ricoprirà ruoli diversi e stabilirà diverse possibilità di relazione, gerarchia e conflitto interno con Tchaïka. Nello spazio del “teatro interno” tutto è possibile. È un ricco campo di esplorazione dei movimenti sotterranei dei personaggi. Lo spettacolo progredisce così attraverso un sogno – nel suo contenuto manifesto e latente – che sottende e attende il suo momento di emergere.

8 aprile 2024 – ore 20:00
Tchaïka
liberamente ispirato a Il gabbiano di Anton Cechov
con Tita Iacobelli
regia Natacha Belova e Tita Iacobelli
scenografia Natacha Belova
luci Gabriela González, Christian Halkin
musica Simón González dalla canzone La pobre gaviota di Rafael Hernández
in consolle Gauthier Poirier
produzione Ifo Asbl
con il sostegno di Financiamiento del Fondo Nacional para la Cultura y las Artes, Chili, la
Fédération Wallonie Bruxelles-arts de la scène – service interdisciplinaire
in coproduzione con Mars-Mons arts de la scène, Théâtre Des Martyrs à Bruxelles, Atelier
Jean Vilar à Louvain-la-Neuve
Miglior Spettacolo e Migliore Attrice, Círculo de Críticos de Arte de Chile, 2018
Premio del Pubblico come Migliore messa in scena dell’anno (premio Clap, 2018)
Rassegna La Grande Età
Partner culturale Fondazione Ravasi Garzanti
Spettacolo in lingua spagnola con sovratitoli in italiano.
Durata: 1h

Note di regia
“Ci siamo prese la libertà di trattare il testo de Il gabbiano attraverso la memoria deteriorata del personaggio di Tchaïka, un’anziana attrice che dà l’addio al teatro con questo spettacolo.. Lei è Arkadina, un’attrice famosa che si gode il suo successo e la sua vita, ma che, come Tchaïka, si avvicina alla fine della sua carriera. “Ho la regola”, dice, “di non parlare mai della vecchiaia o della morte. Ma in tutti i discorsi su “come andare avanti nella vita”, sulle sue lotte con il figlio, sul “modo giusto di fare teatro” – sullo sfondo di continui giochi di seduzione con il suo amante – appare una donna disperata che ha paura di perdere il suo posto, il suo potere e il suo teatro. Il parallelo che costruiamo con i personaggi di Tchaïka e Arkadina ci permette di creare una tensione tra realtà e finzione. Nonostante il suo spirito combattivo, l’attrice incontra difficoltà fisiche e mentali nell’interpretare il suo ruolo. La perdita di memoria le impedisce di tornare alla routine della sua performance. Si mette in un luogo buio e si avvicina al vuoto. Gli attori sono scomparsi, il set è strano, la luce trema, il suono si affievolisce…. Niente è più come prima. Così deve cercare una nuova strada, un nuovo modo di fare le cose. Questo nuovo e disperato percorso la porta a confrontarsi con le sue angosce e frustrazioni. Il suo viaggio nel ruolo di Arkadina si intreccia con il suo percorso personale: è la sua lotta vitale tra il desiderio di arrendersi e quello di continuare. Tchaïka dovrebbe interpretare Arkadina, ma in realtà vuole interpretare Nina, il suo ruolo preferito. Un desiderio paradossale perché non corrisponde più a un ruolo adatto alla sua età. Forse questo è l’unico modo per lei di dare il giusto addio al teatro e ritrovare se stessa in un altro modo”.
Tita Iacobelli e Natacha Belova

Immagine in evidenza
Tchaika © Michael Galvez

The event is finished.

Data

08 Apr 2024
Expired!

Ora

20:00

Luogo

MILANO - TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
Sito web
https://www.teatrofrancoparenti.it/
Categoria