Gender Fluid
"Sì, sono una puttana" di e con Barbara Lalle

“Sì, sono una puttana” di e con Barbara Lalle

All’interno del Festival Witches Are Back 2024 al Forte Prenestino, per il 14° anniversario della fondazione del collettivo internazionale di artiste/* indipendenti, negli spazi del Teatro del Forte andrà in scena la performance “Sì, sono una puttana” di e con Barbara Lalle, a cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca.

La performance nasce da un testo di Clementine Morrigan e vede la partecipazione della soprano Loredana Margheriti e di Daniela Carreras, Maria Teresa Filetici, Edith Fatoumata Maiga, Roberta Melasecca, Selene Pacelli, Francesca Perti, Alessandra Pompa, Miriam Procopio, Annagrazia Stammati.

Dal testo critico “Il mistero della puttana” di Michela Becchis “Puttana. Un nulla cambia una donna da Maria alla Grande Meretrice. Basta ancora una calza sfilata, due tette troppo grandi, ma il culmine della dissoluzione femminile è dire “NO”. [… ] Anche dentro una società più o meno organizzata e che non prevede una rivelazione finale, la donna, ancor prima di scegliere un ruolo che trasgredisce e al tempo conferma l’etica patriarcale, è comunque una sorta di incidente necessario solo a perpetrare la genia dei maschi, è comunque una macchina della sovversione sempre pronta ad esplodere e in quanto tale è necessario codificarla per poterla più facilmente archiviare. Allora anche la categoria “puttana” è importante che venga delineata e soggettivata dal pensiero ossessivo maschile che ordinatamente separa desiderio buono da distruzione, amore da violenza e presenti il desiderio maschile come colonna della società patriarcale con il ruolo della donna equamente diviso tra quello pubblico di madre/moglie e quello privato/denegato di puttana. [… ] Allora se è l’ordine simbolico maschile a codificare puntigliosamente chi sia una puttana, come può una donna riappropriarsi di se stessa e autodeterminarsi anche ponendosi dentro quella categoria che esala desiderio maschile? È quanto fa Barbara Lalle in questa performance. Prende il testo di Clementin Morrigan, gli presta il suo corpo femminile e lo guarda da dentro. [… ] Ecco quindi che mettendo in scena una molteplicità di donne, il monolitismo morale codificato e introiettato nel trauma della “brutta sporca e cattiva” viene meno. Si rientra in quella frattura fatta di mistero che è e si impone come frattura apocalittica nell’universo maschile. Chi? Chi è la grande meretrice? Chi tra quelle donne è Maria, il buono e l’ubbidiente, chi Babilonia, il cattivo che reca confusione? Quale tra le donne che ci guardano trasgredisce alla Legge? Tutte. Perché Lalle introduce un altro elemento intollerabile per la presunta unicità, singolarità del desiderio maschile, fatto in realtà di solipsistica e nevrotica ripetitività: la relazione. Questa dentro il sistema politico, linguistico, simbolico patriarcale non è pensabile perché è ciò che interconnette pluralità e parzialità che non si compongono, non si sovrappongono e sono perennemente differibili e tuttavia si dipendono perché si riconoscono e mettono in circolazione anche lo stesso trauma mutandolo in conoscenza e anche in arte, in un’azione simbolica cioè che non ha pretesa di controllo. È in questo che risiede quel mistero che scompagina la certezza del reale codificato fatto di “oggetti” dotati di proprietà facilmente riconoscibili. Ecco perché nel tableau vivant che vedrete c’è certamente quella idea di relazione che è cardine del pensiero di genere, ma c’è anche l’indecifrabilità di dove si nasconda davvero, in cosa mai consista quel potenziale di sovversione che ogni donna reca con sé, che sia una puttana o un’anziana signora che sorridendo raccontò che il suo perfetto matrimonio borghese era stato così solido e lungo perché a suo marito “Non aveva mai dato confidenza”. “

Dal testo critico “Auto-soggettivazione del corpo” di Roberta Melasecca: “Sì, sono una puttana. La performance di Barbara Lalle, nella rilettura di un testo di Clementine Morrigan, è scrittura del corpo: non è rappresentazione figurativa ma processo di autosoggettivazione e autodeterminazione di esso in una traslazione terminologica che meglio definisce il corpo (della donna) come ‘soggetto’ e lo allontana dall’essere naturalmente ‘oggetto’. La differenziazione, e contrapposizione, tra oggetto e soggetto è, infatti, proprio alla base dell’ordine simbolico androcentrico e patriarcale, ampiamente affrontato durante due secoli di pensiero e movimento femminista. Fin dalle sue origini greche, la supremazia dell’uomo sulla donna viene teorizzata come principio naturale e, per tale motivo, considerato giusto, distinguendo così una sfera pubblica assegnata agli uomini e una privata assegnata alle donne, escluse dai luoghi maschili dei saperi e dei poteri. [… ] Tale visione, di natura binaria, fondandosi su una logica bipolare che assegna il positivo al polo maschile e il negativo a quello femminile, evidenza l’uomo come soggetto e la donna come oggetto, lasciando la possibilità solo al genere maschile di autorappresentarsi e di decidere la rappresentazione del sesso femminile a sé meglio congeniale e funzionale. Pertanto le donne o assumono la configurazione di madri e mogli volte alla cura oppure di seduttrici e ‘puttane’, oggetto della trasgressione sessuale maschile. [… ] Alcune teorie recenti propongono di costruire, pertanto, accanto alla sostanza tutta maschile una essenza tutta femminile capace di soggettivarsi e autorappresentarsi, la Donna: “all’Uomo di tutti gli uomini si aggiunge la Donna di tutte le donne”. È, dunque, su questa nuova identificazione e identità del soggetto-donna, che mantiene al centro il corpo come manifestazione del suo essere differenziato e non omologato e che si pone in binario parallelo e con complementare al soggetto-uomo, si instaura un nuovo ed inedito equilibrio, ancora fragile ma in divenire continuo. La performance di Barbara Lalle dichiara questa ferma intenzione e la scelta di interpretare il testo di Morrigan attraverso un sistema di espressioni ed immagini ne afferma lo spirito più profondo, radicato in un continuum di esperienze. Allora la voce, che evoca visioni mentali, si frantuma e si parcellizza, si destruttura, per divenire ‘condivisione’, che non annulli le differenze ma le consideri come specificità di un diversificato sistema culturale. Il testo di Clementine, crudo, veritiero, lucido, appassionato, a tratti spietato, si incarna nell’azione dell’artista e in quella della materia che si presta all’effigie delle dieci donne partecipanti alla messa in scena del tableau vivant. La parola dice, la presenza conferma. [… ] Nel superamento della dicotomia tra soggetto e alterità e nella rifondazione di un nuovo paradigma culturale, appare, dunque, uno spazio naturale che affonda le sue radici nel ‘desiderio’, un universo simbolico che anela all’infinito e che esprime il reciproco riconoscimento. “

“Sì, sono una puttana”
Performance di e con Barbara Lalle
A cura di Michela Becchis e Roberta Melasecca
Testi critici di Michela Becchis e Roberta Melasecca
Da un testo di Clementine Morrigan
Con la partecipazione della soprano Loredana Margheriti
Con la partecipazione di Daniela Carreras, Maria Teresa Filetici, Edith Fatoumata Maiga, Roberta
Melasecca, Selene Pacelli, Francesca Perti, Alessandra Pompa, Miriam Procopio, Annagrazia Stammati
Consulente d’immagine: Anna Varchetta
Copertina: Attilio Solzi, The Absence, fotografia – courtesy l’artista

26 gennaio 2024 ore 20.00
Teatro del CSOA Forte Prenestino
Via F. Delpino – Roma

Immagine in evidenza
Attilio Solzi, The Absence, fotografia – courtesy l’artista

The event is finished.

Data

26 Gen 2024
Expired!

Ora

20:00

Luogo

ROMA - CSOA FORTE PRENESTINO
Via Federico Delpino, 187, 00171 Roma
Categoria