“Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman
In “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman (traduzione di Alessandro D’Altri), al debutto il 14 marzo 2024 in prima nazionale al Teatro Franco Parenti, Raphael Tobia Vogel esplora il tema delle dinamiche che caratterizzano la relazione di coppia e dei sentimenti familiari.
Lo spettacolo trae ispirazione dal capolavoro del grande regista svedese, proposto come miniserie televisiva nel 1973 e successivamente trasformata nel celebre lungometraggio.
La capacità di Vogel di perlustrare la natura dei sentimenti nelle relazioni di coppia e familiari emerge chiaramente già nei suoi precedenti lavori come Per strada, Buon anno ragazzi, Mutuo soccorso di Francesco Brandi e Marjorie Prime, di Jordan Harrison.
Ma è soprattutto nella sua ultima regia, Costellazioni di Nick Payne, che il regista – come ha riconosciuto il pubblico con il tutto esaurito delle repliche al Parenti, e come ha sentenziato la critica – fa un salto di maturità e sensibilità registica, raccontando con una limpidezza esemplare la geometria dei sentimenti della coppia protagonista del testo, magistralmente interpretata da Elena Lietti e Pietro Micci.
La trama di “Scene da un matrimonio” ruota attorno a Giovanni e Marianna, i quali vivono un rapporto che apparentemente funziona, ma in realtà segnato da crepe e insoddisfazioni, rabbia, risentimento e tensioni accumulati nel corso degli anni. La storia di questi due personaggi rappresenta un riflesso universale delle relazioni amorose, che possono essere fragili, complicate e segnate da alti e bassi.
Lo spettacolo esplora anche temi più ampi come il matrimonio, la famiglia borghese e le convenzioni sociali, criticando l’istituzione matrimoniale e mettendo in evidenza il peso delle maschere sociali che spesso impediscono alle persone di conoscersi veramente e di vivere una relazione autentica.
«Non ci sarà lieto fine bensì un’analisi approfondita e dolorosa della crisi di una coppia. I temi sono affrontati con sfumature leggere e talvolta comiche, cercando di far sorridere o commuovere lo spettatore di fronte all’immaturità, all’infelicità e all’incapacità di Giovanni e Marianna di trovare la pace. Perché riproporre questo testo proprio oggi? Saprà parlare alle nuove generazioni come ha saputo fare con quelle passate? Una chiave di lettura può essere, a mio avviso, il tema della mancanza di contatto umano, fisico e diretto: centralissimo ai giorni d’oggi, vista la grave dipendenza di molti – giovani, in particolare – da tecnologia, smartphone e social media. Le generazioni più giovani (e non solo) hanno quasi completamente sostituito l’esperienza concreta con quella virtuale. Questo scollamento progressivo dal contatto diretto con il prossimo, dalla condivisione attiva degli spazi comuni, non può che comportare un allontanamento dalla realtà. Invitare, dunque, gli spettatori ad affrontare esplicitamente la complessità dei sentimenti umani, amorosi, familiari o coniugali che siano, potrebbe ricordare loro quanto siano universali, al di là delle specifiche diffi oltà della nostra epoca. Potrebbe forse “risvegliare” qualcosa che è innato in noi, per quanto spesso sopito o nascosto, e perfino rassicurare chi pensa di non avere gli strumenti per risolvere la propria situazione sentimentale disastrosa, proprio come quella dei protagonisti di questa storia».
Raphael Tobia Vogel
Fausto Cabra, pluripremiato attore e regista tra i più apprezzati e preparati della sua ge- nerazione. È stato tra i protagonisti di Lehman Trilogy di Luca Ronconi e ha al suo attivo importanti esperienze teatrali con grandi registi, da Declan Donnellan a Carlo Cecchi, da Mario Martone a Valerio Binasco.
Sara Lazzaro, formatasi al Drama Centre di Londra e volto noto al grande pubblico tele- visivo per la sua partecipazione a DOC e The Young Pope. Ha lavorato nel cinema con, tra gli altri, Andrea Segre e Paolo Virzì e in teatro con la compagnia Vanishing Point diretta da Matthew Lenton e con autorevoli registi tra i quali Giorgio Sangati, Marco Tullio Giordana e Cristina Comencini.
La scenografia è di Nicolas Bovey, già allievo di Margherita Palli e Giacomo Andrico. Tra i molti riconoscimenti, Bovey si è aggiudicato 2 Premi Ubu per il teatro (nel 2021 con La casa di Bernarda Alba regia di Leonardo Lidi e Le sedie di Valerio Binasco, nel 2022 con La signorina Giulia regia di Lidi e I due gemelli veneziani regia di Valter Malosti) a cui va aggiunto il Premio Le Maschere 2021 per la Miglior scenografia de Le sedie. I costumi sono di Nicoletta Ceccolini, le musiche di Matteo Ceccarini e i contenuti video di Luca Condorelli.
14 – 24 Marzo 2024
“Scene da un matrimonio”
di Ingmar Bergman
traduzione Alessandro D’Alatri
regia Raphael Tobia Vogel
con Fausto Cabra e Sara Lazzaro
scene Nicolas Bovey
luci Oscar Frosio
musiche Matteo Ceccarini
costumi Nicoletta Ceccolini
contenuti e montaggio video Luca Condorelli
aiuto regista Lisa Capaccioli – assistente scenografa Sabina Bratu
seconda assistente scenografa Matilde Casadei – pittore scenografo Santino Croci
direttore dell’allestimento Marco Pirola – direttore di scena Paolo Roda
elettricista Martino Minzoni – sarta Marta Merico
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
Si ringrazia Silvia Giulia Mendola per aver prestato la sua voce
produzione Teatro Franco Parenti
Durata 2 ore 20 (incluso intervallo)
Immagine in evidenza
Scene da un matrimonio – Fausto Cabra e Sara Lazzaro – Regia di Raphael Tobia Vogel