Buck up and cry! Studio per una mise en éspace

Buck up and cry! Studio per una mise en éspace

Il collettivo di artiste Witches Are Back! organizza, con il C.S.O.A. Forte Prenestino, il secondo meeting romano di “streghe” – artiste, musiciste, performer, attiviste, pensatrici, donne in tutte le forme e maniere – per festeggiare insieme il 15 febbraio 2019.
Come per il 2018, l’evento sarà l’occasione per celebrare la creatività, la sapienza e la voglia di stare insieme di noi donne. Il programma sarà composto da una mostra collettiva, performace musicali e audiovideo, concerti, djset, una serie di interventi e piccoli talk pomeridiani e un party all night long. Il tema – linea guida è Non-binary – Oltre il binario di genere tradizionale maschio/femmina, aldilà delle polarizzazioni delle definizioni.

Per Witches Are Back! Interno 14 next presenta “Buck up and cry! – studio per una mise en éspace” di Barbara Lalle e Marco Marassi, a cura di Roberta Melasecca, con Barbara Lalle, Marco Marassi, Daniela Carreras, Carlotta Di Felice, Federica Di Giulio, Alla Krasovitzkaya, Angela Mancini, Susanna Marilungo, Marcella Marinelli, Raffaella Murgo, Elisabetta Rampazzo, Clelia Sepe, Laura Trinci, Valeria Vivarelli, con la partecipazione della soprano Loredana Margheriti, i costumi e face painting a cura di Ombretta Luciani in collaborazione con Priscilla Percuoco.

Buck up cry!, l’equivalente in americano di “Coraggio, piangi!”, è un progetto artistico multimediale di Barbara Lalle e Marco Marassi. Il tema centrale è la rottura di due tabù del mondo eterosessuale, maschile, bianco, contemporaneo: il trucco ed il pianto.Trucco e pianto spesso sono stati confusi fino a trasformarsi in tabù. Il pianto nell’antichità, come tutti i liquidi del corpo umano – il sangue, il sudore, lo sperma – era sinonimo di vita e vitalità. Nelle situazioni estreme l’eroe piange e così si sente vivo. Dopo il lutto e la disperazione può rinascere. Il pianto degli uomini si svela già da subito diverso da quello delle donne: le lacrime femminili sono inesauribili e sfiniscono, quelle degli uomini permettono la palingenesi. L ‘uomo che piange non è un fatto contemporaneo e, sicuramente, le lacrime hanno una funzione catartica e fortemente empatica. L’uomo che piange è un valore positivo del mondo contemporaneo come di quello classico: il pianto pulisce l’anima dando sfogo alle sofferenze. Così come il pianto, nel corso del tempo, anche il trucco è diventato un forte veicolo di concetti a volte diametralmente opposti. In passato l’ideale della bellezza aveva un significato spirituale: gli egiziani, come i greci ed i romani, credevano infatti che la bellezza fosse gradita agli dei. Utilizzavano la Kohl, una polvere di colore scuro ottenuta dalla macinazione del bruciato di mandorle, il piombo e il rame, minerali, cenere e ocra. Durante il Rinascimento italiano, nei paesi europei, la carnagione pallida divenne nota come segno di ricchezza e di posizione sociale; intorno al periodo vittoriano, il trucco del viso cominciò ad essere associato a prostitute ed attrici. Dal patriottismo all’emancipazione sessuale: donne che hanno sedotto uomini, donne che si sono emancipate da stereotipi di uomini che hanno idealizzato una rappresentazione di femminile fino a riappropriarsene facendo nuovamente, prepotentemente, uso di cosmetici, in un lungo ciclo evolutivo.

Buck up cry! è un progetto ancora in fieri che gli artisti stanno sviluppando dal 2016. Iniziato come lavoro di ritrattistica di fotografia concettuale, è divenuto uno shooting performativo da cui ne è successivamente e naturalmente scaturito un video artistico in collaborazione con Antonio Totaro ed il musicista Thelema.
Nella versione che verrà rappresentata al Forte Prenestino, Buck up cry! sarà uno studio per una mise en espace: un coro in senso greco, un personaggio collettivo che interagirà con il pubblico. Gli uomini avranno uno spazio di fruizione, un androceo, e le donne invece un gineceo, al fine di generare variazioni energetiche e rafforzare l’esperienza. L’interazione fisica con il trucco non avverrà solo con il pubblico maschile, ma anche il pubblico femminile assisterà, parteciperà ed sarà testimone del cambiamento e quindi di un inevitabile rito di trasformazione.

15 febbraio 2019 ore 22:30
Buck up and cry!
studio per una mise en éspace
di e con Barbara Lalle e Marco Marassi
a cura di Roberta Melasecca – Interno 14 next

con Barbara Lalle, Marco Marassi, Daniela Carreras, Carlotta Di Felice, Federica Di Giulio, Alla Krasovitzkaya, Angela Mancini, Susanna Marilungo, Marcella Marinelli, Raffaella Murgo, Elisabetta Rampazzo, Clelia Sepe, Laura Trinci, Valeria Vivarelli
con la partecipazione della soprano Loredana Margheriti
costumi e face painting a cura di Ombretta Luciani in collaborazione con Priscilla Percuoco

Teatro – Forte Prenestino
Via F. Delpino, 187
Roma
forteprenestino.net

Buck up and cry! Studio per una mise en éspace