Oltre 200 km di corsa in solitaria per testimoniare i cambiamenti climatici

Una corsa in solitaria, un’impresa estrema per denunciare le conseguenze dei cambiamenti climatici e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di fare ognuno la propria parte, a cominciare da poche semplici azioni da compiere nella propria vita quotidiana.
È “Race against Time“, l’iniziativa che Slow Food lancia insieme a uno dei suoi leader e attivisti, il torinese Oliviero Alotto che dal 3 al 6 giugno percorrerà oltre 200 km raccogliendo fondi per il progetto 10 mila Orti in Africa.

L’impresa infatti toccherà gli spazi lasciati liberi dal ritiro dei ghiacciai in Groenlandia, per unirli idealmente con un altro luogo che, pur privo di responsabilità, oggi sta già pagando pesantemente gli effetti dei cambiamenti climatici: il continente africano.

Race against Time” è infatti l’occasione per rilanciare uno dei progetti più importanti del movimento: la campagna di raccolta fondi a favore degli Orti in Africa di Slow Food.

Ogni chilometro di corsa sarà trasformato in un gesto concreto per il Pianeta e contribuirà alla creazione di un orto in Uganda, per permettere ai bambini della scuola di Kachwamba e alla comunità di quella zona rurale l’accesso a un cibo adeguato, sostenibile per la natura e l’ambiente.

Il percorso
Il percorso si snoda attraverso antiche valli glaciali per oltre 200 km nella regione sud-ovest della Groenlandia, dove sono più evidenti gli effetti del cambiamento climatico, e toccherà le località di Kangerlussuaq (sede dell’aeroporto), Kelly Ville, Ice Cap, Sisimiut (la seconda città per popolazione).

L’alimentazione durante la preparazione
Fondamentale per questo tipo di imprese, la dieta dell’atleta è seguita dalla biologa e nutrizionista Felicina Biorci. Nella fase di allenamento si procede con un digiuno intermittente, che prevede 2-3 pasti al giorno al più tardi entro le 16, così da raggiungere 12-16 ore di digiuno prima della colazione del giorno successivo. Digiuno che, stando agli ultimi studi, favorirebbe l’autofagia, responsabile del ricambio cellulare che preserva un corretto funzionamento dell’organismo, la riduzione dei marcatori di infiammazione e il miglioramento del microbioma intestinale. Quindi per tenere alti i livelli di ematocrito, grazie ai quali l’ossigeno arriva abbondante nei tessuti, non mancano le barbabietole mentre legumi e canapa forniscono il giusto apporto proteico. Teff, frumenti antichi, riso, grano saraceno e miglio forniscono i carboidrati, mentre il cacao è fondamentale per contrastare i danni da carichi di lavoro eccessivi. Ovviamente ci sono 700 ml di acqua mattina e pomeriggio

L’alimentazione durante la corsa
Per riuscire a coprire i fabbisogni di circa 40-60 km di corsa giornaliera alle temperature artiche non devono mancare i carboidrati. Vista la scelta di un’alimentazione sostenibile, sono escluse proteine animali, compensate da frutta disidratata, castagne, riso, datteri, canapa.

La preparazione atletica
Alotto si prepara costantemente a imprese del genere, correndo e allenandosi ogni giorno, seguendo una precisa tabella studiata insieme a un preparatore atletico. Nel caso specifico ha corso due gare di oltre 100 km nell’arco di 3 settimane e due da 50 km. Corre almeno 100 km ogni settimana, a cui aggiunge un allenamento in bici.

Chi è Oliviero Alotto?
Responsabile di Slow Food a Torino, per anni ha guidato l’associazione Terra del Fuoco. Da sempre è impegnato nella sensibilizzazione verso la salvaguardia dell’ambiente e del Pianeta. È appassionato di montagna, corsa, trail running, ma anche di vino e cibo. Per lui la corsa è un elemento di unione tra i popoli e di riscoperta della natura nella sua più profonda essenza.

Per saperne di più su questo progetto

Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura

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