Mostra: “Autodromo 100. Cronache di una costruzione, quadri di una evoluzione”

La mostra ripercorre ai Musei Civici la storia dell’Autodromo di Monza in occasione del suo centesimo anniversario. Immagini d’epoca e fotografie aeree, planimetrie, documenti storici ed elaborazioni grafiche accompagnano i visitatori dal 1922 a oggi alla scoperta di quell’intreccio di ragioni storiche, sociali, economiche e culturali, incluse quelle meno note seppure fondanti, che hanno portato alla costruzione del circuito. Arricchisce il percorso una sezione dedicata al Futurismo con una scelta di opere dei maestri selezionati da Maurizio Scudiero con Leogalleries.

L’Autodromo di Monza compie cento anni. La sua costruzione – decisa a seguito della sconfitta delle auto italiane subita durante il primo Gran Premio d’Italia a Montichiari nel 1921 – inizia il 15 maggio 1922 e il 20 agosto dello stesso anno il circuito è pronto per ospitare il secondo Gran Premio d’Italia riservato alle “vetturette”, 2000 cc di cilindrata e un peso minimo di 650 Kg. Progettista è Alfredo Rosselli, il cui primo progetto viene scartato dal Sottosegretario alla Pubblica Istruzione – all’epoca delegato anche alla conservazione del paesaggio – che teme un eccessivo consumo di suolo. Via libera per il secondo progetto con un autodromo di minori dimensioni, ideale per promuovere l’automobilismo sportivo su cui le aziende automobilistiche puntano: è l’aria che si respira in quegli anni, il desiderio di sperimentare, di superare i limiti e mostrare i progressi della tecnologia; l’industria italiana si sviluppa e vuole mostrare la sua modernità, e la cultura e l’arte hanno già da anni diffuso le suggestioni del Futurismo con il suo interesse per la velocità e il dinamismo.

La mostra, promossa dal Comune di Monza e curata da Luca Bonetti con la collaborazione di Claudia Ratti, mette in luce – attraverso documenti, fotografie d’epoca, planimetrie storiche e rielaborazioni contemporanee – le dinamiche del tempo e le ragioni molteplici che nel primo ventennio del Novecento portano all’idea della costruzione di un circuito permanente dopo che il primo Gran Premio d’Italia si è svolto su un circuito stradale, nel triangolo Brescia – Montichiari – Ghedi, rendendo necessaria la realizzazione di un luogo dove poter sviluppare le auto e allenare i piloti. Per favorire una narrazione snella questa mostra affronta i temi legati esclusivamente all’automobilismo, nella consapevolezza dell’importanza che il circuito ha avuto anche per il motociclismo.

Una sezione con 9 opere dei maggiori esponenti del Futurismo, fra cui Depero, Russolo, D’Anna, selezionati da Maurizio Scudiero e Leogalleries di Daniela Porta e Grazia Casiraghi, ci porta al centro degli interessi degli artisti per la velocità: ed ecco l’automobile, l’aereo, il treno. Nella parole di Maurizio Scudiero lo spirito del movimento: Con il Futurismo la pittura andava oltre i paesaggi, i ritratti e le nature morte, per divenire la pittura del movimento e della velocità. Ora, all’inizio, i soggetti privilegiati per questa pittura furono il cavallo, la bici, che comunque avevano una loro componente dinamica, ma ben presto furono soppiantati dalla motocicletta, dall’automobile e dal treno, per gli ovvi esiti delle loro componenti meccaniche, quali il rumore, cioè la vera “colonna sonora” della Modernità.

L’esistenza dell’autodromo è indissolubilmente legata a quello della casa Reale. Dopo la morte del re Umberto I, convinto promotore della rinascita del Parco, il figlio Vittorio Emanuele III, preoccupato dalle spese di manutenzione di una simile tenuta verso la quale non percepisce senso di appartenenza, decide di cederne buona parte in gestione a enti terzi. Principale destinataria della cessione, nel 1919, è l’Opera Nazionale Combattenti (ONC), che ha una necessità fondamentale: trovare i fondi per garantire ai numerosi mutilati della Prima Guerra Mondiale il diritto a una pensione di invalidità. L’Opera Nazionale Combattenti non ha le competenze per l’utilizzo immobiliare dei beni oggetto di cessione e viene quindi istituito un consorzio fra i Comuni di Milano e Monza e la Società Umanitaria, il CMMU, che firma una serie di convenzioni relative alle aree cedute e, in particolare, con la Società per l’Incremento automobilistico SIAS costituita dall’Automobile Club Milano, interessata a costruire e gestire una struttura per la sperimentazione tecnologica e per promuovere le auto prodotte dalle imprese socie di SIAS.

Ecco dunque l’intreccio di elementi che porta alla nascita del circuito definito unico che compie 100 anni. Unico perché è il solo ad essere stato progettato e realizzato seguendo caratteristiche che consentono, nella sequenza di rettilinei e curve molto differenti, di testare la potenza del motore e la tenuta di strada. Unico perché localizzato in un parco di grande interesse storico. Unico perché non si è soprapposto alla morfologia dei luoghi ma l’ha utilizzata per determinarne la propria forma. Unico perché ha saputo coniugare sperimentazione e innovazione quasi avesse ereditato lo spirito dei luoghi.

A esprimere lo spirito dell’iniziativa in città è l’Assessora alla Cultura con delega a Università, Parco e Villa Reale Arianna Bettin: Per quanto esaltante o controversa la si consideri, la presenza dell’Autodromo nel perimetro del Parco di Monza ha segnato l’identità e la storia della nostra città. Monza non è solo ed esclusivamente la città dell’Autodromo, ma il nome di Monza nel mondo è noto perlopiù in relazione al circuito, e il vissuto di generazioni di concittadini è indistricabilmente legato alle sfide che si sono consumate sul suo asfalto, agli avventurosi e fantasiosi piani imbastiti per assistere alle corse, ai sogni dell’infanzia e alle passioni della maggiore età per la complessa ingegneria del mondo dei motori o per l’Autodromo stesso. Comunque la si pensi, “Autodromo100” offre un resoconto dettagliato e laico delle origini di una scelta che oggi sarebbe paradossale, se non scandalosa, ma che è esempio concreto di un clima culturale – quello di cui fu prolifico interprete anche il Futurismo – che agli occhi di oggi risulta a tratti indecifrabile, senza un dovuto approfondimento, e che è parte integrante del nostro passato e del nostro presente.

Autodromo 100. Cronache di una costruzione, quadri di una evoluzione
a cura di Luca Bonetti
9 settembre – 27 novembre 2022

Musei Civici di Monza
Via Teodolinda Regina, 4, 20900 Monza
museicivicimonza.it

Orari
Fino al 30/9/2022: mercoledì 15-18; giovedì 15-18 / 20-23; venerdì, sabato, domenica 10-13 / 15-18. Dal 1/10/2022: mercoledì 10-13 / 15-18; giovedì 15-18; venerdì, sabato, domenica 10-13 / 15-18. Chiuso lunedì e martedì

Immagine in evidenza
GP d’Italia settembre 1965