Il fauno danzante. Arte, Moda, Danza

Il fauno danzante. Arte, Moda, Danza

Dall’accostamento di porcellana, bronzo e gesso barocchi e tessuti haute couture nasce la mostra “Il fauno danzante. Arte, Moda, Danza” che nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani, celebra l’incontro tra moda e scultura, attraverso il fil rouge della danza.

Il progetto, con la curatela di Massimiliano Capella e Cristina Maritano e la collaborazione di Giovanni Carlo Federico Villa e Mario Brancati, raduna quattro esemplari scultorei del Fauno danzante, accanto ad una selezione di costumi di scena ideati da leggendari artisti, couturier e costumisti, da Pablo Picasso a Roberto Capucci, e indossati da miti del balletto mondiale come Carla Fracci, Roberto Bolle e Rudolf Nureyev.

PICASSO, CAPUCCI, FRACCI, BOLLE: L’ALTA MODA INCONTRA LA DANZA
L’allestimento permanente della Casa Museo ospita, nell’occasione eccezionale della mostra, ospita una selezione di costumi di scena indossati da star internazionali del balletto – Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Gheorghe Iancu, Alessandra Ferri, Roberto Bolle e Denis Ganio – disegnati da artisti, couturier e costumisti altrettanto leggendari.
In linea col tema che titola la mostra, il percorso ha il suo avvio con i Costumi del Fauno e della Ninfa per L’Après-midi d’un faune (1983) che Léon Bakst – celeberrimo pittore e scenografo russo, creatore delle scene e dei costumi dei Balletti russi di Sergej Djagilev – ideò per Carla Fracci e Gheorghe Iancu. Qualche anno più tardi, nel 1986, le due icone della danza furono vestite da uno dei più grandi stilisti italiani, Roberto Capucci, per il Romeo e Giulietta andato in scena all’Arena di Verona. La Fracci, icona della danza che nel 1981 aveva già vestito i panni dell’eroina shakespeariana accanto al Romeo interpretato dal leggendario Rudolf Nureyev (in mostra i costumi di Ezio Frigerio e Mauro Pagano per la messa in scena al Teatro alla Scala), nel 1987 torna ad essere con i costumi ideati da Bakst per danzare sulle note de L’Uccello di Fuoco nel film The Balerinas. Del 1989 è il costume di Luisa Spinatelli indossato sempre da Fracci in Nijinsky. Memorie di giovinezza, mentre del 1990 è quello di Proserpina, firmato Carlo Savi, per l’Orfeo a Palazzo Ducale di Mantova. Padre nobile del Cubismo, Pablo Picasso è l’autore del Costume del Cinese per Parade indossato da Denis Ganio sulle note di Stravinskij. Roberto Bolle vestì i panni di Luigi XIV, il Re Sole, per mano della costumista Elena Mola, mentre i Costumi di Tatjana per Onegin (1992) sono stati ideati da Pierluigi Samaritani e Roberta Guidi di Bagno per Alessandra Ferri, prima ballerina assoluta del Teatro alla Scala.
Gli abiti esposti, vere e proprie opere d’arte, provengono dagli archivi di Mario Brancati e della Compagnia italiana Della Moda e del Costume di Milano.
“Il Fauno è la più bella statua che si trovi” Massimiliano Soldani Benzi al principe di Liechtenstein (Johann Adam Andreas I), 1695

Nella sala dedicata alle temporary exhibitions, il Fauno danzante (1748 ca) delle raccolte torinesi di Palazzo Madama, è il perno a partire dal quale si svolge il racconto della fortuna iconografica di un modello, quello del Satiro con kroupezion, tra i soggetti maggiormente apprezzati dai cultori dell’antichità a cavallo tra sei e settecento.
L’opera, in porcellana dura, fu realizzata su modello di un marmo romano del I secolo a.C. conservato nella Tribuna di Firenze (nucleo originario del Museo degli Uffizi), a sua volta replica di un esemplare ellenistico del II secolo a.C. La scultura – composta da più parti, modellate, cotte e invetriate separatamente, con le giunzioni mascherate da elementi come i bracciali o il serto di rami e foglie che cinge i fianchi – ci riporta alla Firenze di Cosimo III De’ Medici, quando si fece largo la questione della tutela delle opere nella Tribuna, continuamente maneggiate per trarne calchi.
Dopo aver sperimentato la tecnica di produzione di porcellane secondo la tecnica messa a punto dalle manifatture di Meissen, la Manifattura Ginori, fondata nel 1737 dal Marchese Carlo nella tenuta di Doccia di Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze, iniziò a tradurre in porcellana bianca e in scala al vero, le statue antiche delle collezioni medicee.

Tratto dall’antico marmo romano, e detto De’ Medici perché transitato nell’omonima collezione, è dunque il grande Satiro danzante, calco al vero in gesso alabastrino proveniente dal Museo Omero di Ancona. L’opera, di produzione moderna, ci consente di comprendere le più sottili caratteristiche e i dettagli anatomici dell’esemplare antico. Le dimensioni a grandezza naturale e l’enfasi anatomica data alla torsione dei muscoli e alla mimica facciale, accentuano la resa naturalistica propria dell’Ellenismo. Come anche gli altri esemplari in mostra, in mano reca i cimbali – strumenti musicali composti da dischi in bronzo da percuotere tra loro, mentre la gamba destra poggia sul kroupezion, il sandalo in legno che scandiva il tempo nella danza grazie ad una lastrina di metallo attaccata alla suola

La Manifattura Ginori produsse anche esemplari di tali sculture in scala ridotta, destinate ai viaggiatori del Grand Tour in voga tra gli esponenti della nobiltà e della borghesia dell’epoca. È il caso del Fauno che suona le catube (cd. Fauno danzante) del Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia. L’opera in gesso presenta le tipiche rotture “a taglio” necessarie per la successiva traduzione in porcellana.

A partire dal Seicento iniziarono ad essere realizzati esemplari del Fauno in bronzo e in scala reale mentre, a partire dal secondo decennio del Settecento, si moltiplicarono anche le riproduzioni in bronzo, di piccole dimensioni, delle statue della Tribuna. Nasceva così il fortunato fenomeno dei bronzes d’ameublements, bronzetti destinati alla fruizione domestica, alla cui categoria è ascrivibile il Fauno danzante (prima metà del XVIII sec) delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma. Pur connotata dagli attributi iconografici noti, l’opera presenza lievi differenze coi modelli antichi, riscontrabili nella maggior morbidezza delle linee dei muscoli e dei capelli e nel contenimento del patetismo del volto.

LE PORCELLANE EUROPEE DALLA COLLEZIONE ZANI
La collezione permanente della Casa Museo della Fondazione Zani vanta un corpus di circa cinquanta porcellane europee provenienti dalle manifatture di Meissen, Vincennes-Sèvres, Doccia, Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli e da fabbriche parigine. La mostra è quindi occasione per darne alle stampe il catalogo ragionato che ne documenta e descrive gli esemplari, quasi tutti settecenteschi, in linea con il gusto della dimora che fu di Paolo Zani e della famiglia e che oggi offre alla visione del pubblico una delle raccolte d’arte Barocca più rilevanti d’Italia.

IL FAUNO DANZANTE
Arte, Moda, Danza
12 settembre – 30 novembre 2025
Curatela Massimiliano Capella e Cristina Maritano, con la collaborazione di Giovanni Carlo Federico Villa e Mario Brancati
Catalogo Le porcellane europee nella Casa Museo Collezione Zani (Edizioni Paolo e Carolina Zani)
Orari martedì-venerdì: 9-13 sabato-domenica: 10-17

Immagine in evidenza
Carla Fracci – L’uccello di fuoco – Léon Bakst – foto di Luciano Romano (part.)

Data

12 Set 2025 - 30 Nov 2025
Ongoing...

Luogo

CELLATICA (BRESCIA) - CASA MUSEO ZANI
Via Fantasina, 8, 25060 Cellatica
Sito web
https://www.fondazionezani.com/
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